Il dojo di Vercelli nasce dall’incontro di Massimo Daido Strumia Rōshi con praticanti provenienti da esperienze diverse, all’unico scopo di creare un luogo stabile di pratica. Negli anni questo è stato lo sforzo intrapreso.
Senza pretendere di rivendicare l’eredità di qualcuno o qualcosa, esprime il dono di un posto tranquillo dove potersi sedere in zazen, e manifestare concretamente il personale affidarsi al Dharma del Buddha. E’ a disposizione nella stessa gratuità con cui ci è stato donato.
Ecco le parole e l’augurio che Massimo Daido Strumia Rōshi ha pronunciato all’inaugurazione del Dōjō.
“Se noi confrontiamo la realtà di questo momento in questo luogo con la realtà globale fuori da questa stanza non possiamo non renderci conto di quanto piccola sia questa nostra realtà attuale. Eppure nei testi edificanti della tradizione Buddhista possiamo leggere che sulla capocchia di uno spillo possono sedere in meditazione centinaia di Bodhisattva. Dunque questo luogo, in sé, non è né grande né piccolo. E’, semplicemente, un luogo. Se però a questo luogo si vuole attribuire la definizione di ‘Dōjō’ ossia ‘Luogo della Via’, le cose stanno un po’ diversamente. Un Dōjō, per essere tale presuppone che le persone che lo animano siano consapevoli che non è tanto il luogo esteriore quello che deve emergere bensì il luogo interiore. La parola ‘dōjō’ corrisponde alla parola sanscrita ‘Bodhimandala’ che significa ‘Cerchio Sacro della Saggezza’. Un Dōjō è proprio questo e deve essere un luogo in cui i praticanti possono sedere in Zazen serenamente, senza disturbi, freschi in estate e tiepidi in inverno. Oggi inauguriamo ufficialmente il ‘Bukkaidojo’ di Vercelli. Bukkai significa ‘Oceano di Buddha’. L’esistenza dell’oceano dipende dalla esistenza di ciascuna delle gocce che lo compongono ed ognuna di quelle gocce dipende da ciascuno degli atomi di cui è composta. Tutti noi non siamo che atomi di una di quelle gocce che tutte insieme vanno a costituire un oceano, un oceano di Buddha. Auguro a tutti voi di avere il tempo e l’energia per sostenere questo Dōjō praticando Zazen, che è la forma universale che permette ad un Bodhimandala di prendere vita e manifestarsi concretamente sulla capocchia di uno spillo insieme ad altri incalcolabili Bodhimandala. La responsabilità del Bukkai Dōjō è affidata a Roberto Sojun al quale consegno il Kyosaku simbolo della spada di Bodhisattva che non serve per punire e ferire ma per recidere i lacci dell’ignoranza. Ringrazio tutti per essere stati qui in questa importante giornata.”